Anche il settore della produzione ortofrutticola sta sperimentando il problema legato all’aumento dei prezzi delle materie prime, così come i rincari legati all’energia e alla questione plastica. Anche la produzione ortofrutticola sta finendo per risentirne, visto che un aumento dei costi del genere si sta per abbattere nuovamente come un ciclone su un comparto che sta già passando un momento tremendamente difficile.
Tra le difficoltà a livello della produzione, che vengono provocate sostanzialmente dalla questione climatica e da una serie di problematiche a livello fitosanitario. Il settore ortofrutticolo sta passando un momento veramente complicato, derivante anche dalle imponenti pressioni della grande distribuzione, che freme all’idea di proporre promozioni e sconti dedicati ai consumatori.
Il rincaro delle materie prime? Si rifletterà anche sui panettoni
L’allarme è stato lanciato da parte dei panificatori di Milano, che hanno urlato tutto il loro malcontento e la loro preoccupazione: il prezzo dei panettoni dovrebbe subire un incremento pari al 10% per colpa dei rincari legati alle materie prime.
Il prezzo delle michette nel capoluogo lombardo verrà molto probabilmente sconquassato da un vortice di aumenti. La responsabilità è imputabile direttamente all’incremento delle spese di tutta la filiera produttiva del pane che, come è già avvenuto in altri settori, deve affrontare un pazzesco aumento dei costi delle materie prime.
Non è l’unica novità, dal momento che questa situazione andrà a riversare gli effetti negativi anche sulle imminenti festività di Natale. Infatti, in vista di dicembre, anche i panettoni dovrebbero avere un prezzo maggiorato, con un ritocchino verso l’alto pari al 10%, almeno secondo le previsioni dei panificatori di Milano.
Il problema è davvero grave: il presidente di Unione Artigiani di Milano, Stefano Fugazza, mette in evidenza come i produttori si trovano a dover affrontare una scelta quanto mai complessa. Se si incrementa il costo finale, il rischio che si corre è quello di dover dire addio anche a tutti quei clienti che hanno già ridotto i consumi. Di contro, se si dovesse decidere di ridurre la qualità, sarebbe chiaro che si rischia di dire addio alla gamma di clienti più esigenti, abituata a gustare un prodotto di qualità sotto ogni punto di vista. Il problema, però, è che se i prezzi non dovessero essere aumentati, il margine di guadagno dei produttori andrebbe praticamente ad azzerarsi.
Un vero e proprio grido di aiuto per l’intera categoria, dal momento che il problema è molto concreto. Nel giro di qualche mese, le farine di qualità media hanno subito un rincaro pari all’80% e, nel corso dei prossimi mesi, le previsioni parlano chiaro, mettendo in allerta su un nuovo salto verso l’alto.
Non solo, dal momento che hanno subito un aumento un po’ tutti i prezzi delle materie prime, a partire dal burro fino ad arrivare ai lieviti, passando per l’olio, senza dimenticare le marmellate e il cioccolato. E, in ultima battuta, ma non certo per ordine di importanza, si sono notevolmente allungate le tempistiche legate all’approvvigionamento delle materie prime stesse, senza dimenticare come abbiano subito un aumento pure i prezzi del gas e dell’energia elettrica, che sono fondamentali per l’attività e il funzionamento dei forni.
No alle speculazioni sui rincari delle materie prime
Il netto appello arriva dal presidente di Fipe-Confcommercio, ovvero Lino Enrico Stoppani, che mette tutti sull’altolà in riferimento alle intense tensioni di carattere inflattivo che hanno ad oggetto le materie prime, ma anche l’energia legate all’utenze e a tanti altri servizi. Sono proprio queste imponenti tensioni inflattive che comportano il serio pericolo di mettere a rischio la ripresa economica, andandosi poi a riflettere nientemeno che sui prezzi dei listini di tutte le attività di pubblico esercizio.