Il discorso sulla scadenza degli alimenti e sulla possibilità di consumarli anche quando sono scaduti è molto irto e complesso, da molteplici punti di vista. Devi sapere infatti che ogni stato, Italia inclusa, ha le sue regole a riguardo. Nel nostro ordinamento ad esempio la data che troviamo sugli alimenti indica che oltre quel giorno quel mese e quell’anno il prodotto non andrebbe consumato in quanto vi è il rischio che sviluppi batteri che fanno male all’organismo umano. In vero in alcune situazioni ci sono delle eccezioni, e le vedremo più avanti, secondo le quali consumare cibi scaduti non dovrebbe portare alcun pericolo alla nostra salute.
Consumare preferibilmente entro il: quanto conta?
Ti sei mai chiesto che differenza passa tra “consumare preferibilmente entro il” e “consumare entro il”? La prima dicitura viene apposta su alimenti che non sono soggetti a deperibilità veloce. Ecco il motivo per il quale molti ritengono che anche dopo la data riportata sulla confezione, e fino ad un massimo di 3 o 6 mesi a seconda della situazione, sia possibile consumare il cibo scaduto. Ma questo vale per ogni alimento? Diamo uno sguardo più da vicino ai singoli casi.
Niente scadenza per frutta e verdura
Cibi come frutta e verdura fresca non sbucciati sono esenti dalla data di scadenza. Stesso discorso vale per l’aceto, per il vino e per il pane. Nel novero rientrano zucchero, sale, dolci, birre, gomme da masticare, focacce e similari.
Il discorso del latte, del formaggio e dello yogurt
Il latte fresco, i formaggi e lo yogurt sono tutti alimenti a base di caseina. Nel caso del latte ci si domanda spesso cosa si può fare in caso di confezione scaduta. Di solito la data di scadenza per il latte pastorizzato fa riferimento ad un lasso di tempo di sette giorni dal trattamento termico. I giorni diventano 10 se si tratta di latte microfiltrato. Ecco il motivo per cui con il latte sarebbe meglio evitare il consumo dopo la scadenza. Puoi usarlo fino al giorno della sua scadenza a patto però che lo usi bollito per preparare altri alimenti come dolci frullati o frittate.
Per quel che concerne il formaggio, se si tratta di un prodotto fresco allora non va consumato oltre la data di scadenza, mentre quelli stagionati si possono mangiare anche scaduti, purché ripuliti bene da eventuali muffe. Lo yogurt si può mangiare fino a sette giorni dopo la scadenza, sebbene le sue proprietà nutritive calino a picco.
I prodotti da freezer e lo scatolame
Un cenno particolar lo meritano anche i prodotti da freezer, alias i surgelati. Di solito se ti ritrovi dei bastoncini o dei sofficini scaduti puoi consumarli fino a due mesi dopo la data riportata sulla confezione. Fanno eccezione a questa eccezione (il gioco di parole era d’obbligo) i gamberetti surgelati perché dopo la data di scadenza potrebbero provocare la listeriosi. La regola dei surgelati si può tranquillamente applicare anche a prodotti di scatolame come legumi, tonno, pomodori pelati, consumabili quindi fino a sessanta giorni dopo la scadenza.
Pasta, uova, olio e riso
Che dire poi di pasta e riso: di norma le scadenze sono già belle lunghe, quindi si potrebbe anche fare attenzione alla scorta in casa. Ad ogni modo se ti ritrovi un pacco scaduto puoi consumarlo anche nei mesi successivi. Lo stesso vale per biscotti e cracker anche se possono sembrare un po’ “mosci”.
Con le uova invece non si gioca, se scadute al massimo mangiale fino a tre giorni dalla data indicata qualora tu voglia assumerle crude. Se invece vuoi cuocerle al massimo usale fino ad una settimana dopo la scadenza. Per l’olio invece puoi consumarlo anche fino ad otto mesi dopo la data di scadenza.
Fonte: www.lettoquotidiano.it.