Gli elefanti africani sono i primi animali a essere contati con successo dallo spazio mentre si muovono attraverso un paesaggio complicato che andava dall’erba aperta alle foreste.
La scoperta
I ricercatori hanno combinato immagini ad alta risoluzione catturate a 600 chilometri sopra la superficie terrestre dai satelliti Worldview 3 e 4, insieme all’apprendimento approfondito del computer per contare il numero di elefanti nell’Addo Elephant National Park in Sud Africa.
In genere, gli ambientalisti lo fanno da aerei a bassa quota per contare e monitorare gli elefanti africani ( Loxodonta africana ), un metodo che richiede molte ore. Con la nuova tecnica che combina le immagini satellitari con l’intelligenza artificiale, è possibile rilevare fino a 5.000 chilometri quadrati in un singolo giorno di cielo blu in pochi minuti. Quindi, gli algoritmi informatici di deep learning dei ricercatori analizzano quelle immagini e individuano i singoli elefanti. I risultati di questo nuovo studio proof-of-concept hanno mostrato che l’intelligenza artificiale era precisa quanto l’occhio umano nell’individuare ogni elefante.
La nuova tecnica è una parte fondamentale per garantire la sopravvivenza di questa specie, che è elencata come “vulnerabile all’estinzione” secondo il World Wildlife Fund (WWF) .
La diversità dello studio
Ciò che distingue davvero questo studio da altri progetti di localizzazione satellitare è il successo del programma per computer nel distinguere gli elefanti dai loro ambienti complessi – noti in ecologia come paesaggi eterogenei – comprese le praterie e la savana parzialmente ricoperta di alberi.
Le immagini satellitari sono un metodo di rilevamento molto più efficiente rispetto alle attuali indagini di sorvolo condotte. Ancora più importante, è più veloce ed evita di contare due volte gli stessi elefanti.
L’indagine a distanza riduce anche l’impatto che i ricercatori hanno sugli animali e consente loro di contare le persone che si spostano tra i paesi, cosa che può essere difficile da fare dagli aerei a causa dello stretto controllo delle frontiere e delle aree di conflitto, secondo la dichiarazione.