Quello del singhiozzo nei bambini è un problema piuttosto diffuso che i genitori tendono ad affrontare con molta ansia. Non tutti sanno che si tratta di un fenomeno fisiologico che si verifica già nel feto: è una contrazione involontaria del diaframma che può durare per pochi minuti o addirittura per ore, correlata alla stimolazione del sistema nervoso. Esistono, ad ogni modo, dei rimedi preventivi che vale la pena di mettere in pratica per combattere gli episodi di singhiozzo.
Per esempio, il neonato dopo la poppata non deve essere esposto a stimoli esagerati, che possono essere causa di reflusso gastroesofageo. Inoltre il piccolo non deve giungere alla poppata in uno stato di agitazione o di nervosismo; per rendere più agevole il rilassamento dei muscoli la poppata può essere anticipata di alcuni minuti.
Singhiozzo: quando preoccuparsi e quando no
In caso di singhiozzo nei neonati quando preoccuparsi è una domanda comune fra le mamme e i papà più ansiosi. In realtà, una valutazione medica non è necessaria a meno che le crisi non si verifichino in modo costante e siano durature. Per il resto, sono sufficienti delle piccole precauzioni per controllare gli episodi ricorrenti: per esempio, nella mezz’ora successiva alla poppata il lattante non deve essere tenuto supino ma in posizione eretta, in quanto se fosse sdraiato potrebbe aver problemi di risalita di aria o di acidi.
I classici rimedi della nonna, magari consigliati da conoscenti o parenti, devono essere evitati, anche perché rischiano perfino di peggiorare la situazione: insomma, niente sostanze acide o gocce di succo di limone, come invece potrebbe suggerire qualcuno.
Che cosa fare se il neonato ha il singhiozzo
Può essere che i ripetuti episodi di singhiozzo causino un forte fastidio al bambino, ma è possibile attenuare il suo disagio in tanti modi diversi: per esempio con la somministrazione di prodotti naturali che hanno un’azione antispastica e lenitiva. Sono ottimi quelli a base di zenzero, di finocchio, di anice, di malva e di camomilla, in quanto non solo regolano la digestione, ma hanno anche un effetto benefico per l’apparato gastrointestinale.
Il ciuccio, invece, è un rimedio prezioso perché aiuta a mettere il diaframma a riposo, condizione che ovviamente permette di dire addio al singhiozzo. Tuttavia il ciuccio non va bene nel corso della poppata, poiché il bambino si potrebbe innervosire e ne potrebbero derivare crisi di singhiozzo molto intense.
Ai neonati il singhiozzo dà fastidio?
Va detto, comunque, che il singhiozzo risulta per i lattanti molto meno fastidioso rispetto a quel che avviene per gli adulti. In effetti la maggior parte dei neonati anche nelle crisi di singhiozzo è in grado di svolgere tutte le funzioni primarie, anche perché la respirazione viene compromessa solo in rari casi. Se ciò avviene, non c’è bisogno di fare nullo, dato che tutto dipende da un temporaneo transito di aria che è destinato a risolversi da solo.
Dopo la poppata
Il singhiozzo è un disturbo che può riguardare tanto i neonati che vengono alimentati con il latte materno tanto quelli a cui viene somministrato il latte artificiale. Come si è accennato, si tratta di una condizione che si manifesta di frequente, e per questo motivo non deve destare eccessiva preoccupazione. Il fatto è che i lattanti molto spesso mangino in modo ingordo, e quindi ingoiano con rapidità eccessiva: è per questo che la contrazione del diaframma viene stimolata.
Il diaframma, la cui funzionalità è ancora parziale, è regolato dal cardias, che serve a evitare che il cibo risalga verso l’esofago. Il singhiozzo dei lattanti sparisce in genere nel giro di pochi minuti, e con la crescita del bambino (e la completa maturità funzionale del diaframma e del cardias) tende a svanire del tutto.
Perché un lattante ha il singhiozzo
Un neonato può avere il singhiozzo perché mangia in modo eccessivo, perché ingerisce aria nel corso della poppata, perché sottoposto a un’attività motoria superiore al dovuto o perché si trova in una condizione di ansia. A seconda della causa scatenante, la durata del fenomeno può essere più o meno lunga. Il singhiozzo dura di più nei bambini che non sono in grado di respirare da soli a causa di problemi di ventilazione o in quelli prematuri.
Quali rischi si corrono
Il singhiozzo non è per nulla pericoloso, anche se è evidente che si tratta di una situazione molto fastidiosa, anche perché non può essere controllata. Non ha senso farsi prendere dal panico, insomma, anche perché non ha conseguenze dannose dal punto di vista della respirazione. Il fenomeno è frequente nella maggior parte dei bambini, a prescindere dall’età, ma è facile comprendere che possa causare timori quando a essere coinvolti sono dei neonati. Questi timori, però, sono del tutto ingiustificati, a meno che il singhiozzo non duri molto a lungo e si ripeta troppo spesso.