L’ipermetropia è un difetto visivo molto comune che si manifesta mediante una scarsa capacità di messa a fuoco degli oggetti vicini. Mal di testa, offuscamento e stanchezza oculare sono i sintomi che si rilevano con maggiore frequenza nei soggetti che presentano questo disturbo, che si aggrava una volta superata la soglia dei quarant’anni.
Grazie al progresso medico e tecnologico, oggi è possibile trattare i difetti della vista – tra cui, appunto, l’ipermetropia, ma anche miopia ed astigmatismo – in via definitiva, con un approccio minimamente invasivo ed apparecchiature laser ad altissima precisione.
L’intervento chirurgico odierno ha una durata piuttosto breve e tempi di recupero compresi tra 3 e 5 giorni. Esso garantisce una correzione stabile sul lungo termine, eliminando una volta per tutte l’obbligo e la necessità di indossare gli occhiali da vista – o, in alternativa, di ricorrere alle lenti a contatto – con tutti i disagi che ne derivano.
Ma quali sono le cause dell’ipermetropia e come operare su di esse? Approfondiamo insieme questo tema e scopriamo come si svolge il trattamento correttivo con laser.
Ipermetropia: da cosa dipende?
L’ipermetropia, in parole semplici, è un difetto che impedisce la visione chiara e definita degli oggetti posti in prossimità dell’osservatore. In assenza di un’adeguata correzione, dunque, può ostacolare tutte quelle attività che richiedono una buona capacità di messa a fuoco di testi ed altri elementi vicini, come nel caso dello studio o del lavoro al computer.
Tale disturbo è dovuto ad un difetto dell’occhio che non consente la creazione delle immagini degli oggetti lontani sulla retina, bensì in un’area retrostante ad essa, provocando l’accorciamento del fuoco e, quindi, la sfocatura dell’immagine stessa.
Ciò dipende dalle dimensioni del bulbo oculare che, nei soggetti ipermetropi, risultano inferiori rispetto alla norma. Tale difetto, a sua volta, deriva da fattori genetici.
L’ipermetropia può essere di diversa entità ed è espressa in diottrie:
- lieve (da +1 a +2 diottrie)
- intermedia (da +2 a +4 diottrie)
- forte (oltre +4 diottrie)
Ipermetropia e accomodazione
Nelle persone più giovani, l’ipermetropia viene “corretta” fisiologicamente attraverso un fenomeno conosciuto come accomodazione. Esso consiste in una flessione del cristallino e serve ad agevolare la riproduzione delle immagini sulla cornea, compensando di fatto il difetto iniziale. Lo sforzo compiuto, però, può dare luogo ad affaticamento e mal di testa.
Tuttavia, a partire dai quarant’anni, l’invecchiamento del sistema visivo rende sempre più difficile la compensazione del disturbo, il che determina, via via, un progressivo calo della capacità di messa a fuoco e un offuscamento della visione ravvicinata.
Al contrario, intervenendo chirurgicamente, si riesce ad arrestare tale peggioramento ed a risolvere in maniera permanente le problematiche derivanti dall’ipermetropia. Da un lato, dunque, ciò significa evitare fastidiosi sintomi quali stanchezza, dolore nella zona oculare e cefalea in gioventù. Dall’altro, consente di eliminare i disagi – e i costi – legati al dover portare gli occhiali da vista o le lenti a contatto in età matura.
Trattamento laser per ipermetropia
In passato l’operazione per correggere l’ipermetropia, la miopia, l’astigmatismo, ecc. comportava un procedimento chirurgico lungo e complesso, una lenta ripresa e svariati rischi. È per questo che, nonostante l’evolversi delle metodologie e degli strumenti utilizzati, tutt’ora c’è chi trema al pensiero di “andare sotto ai ferri”.
Esistono, però, alcune tecniche innovative – Femtolasik, ma anche PRK e Lasik – che riducono sensibilmente i tempi sia del trattamento stesso, sia della fase di recupero post-operatorio. L’intervento consiste nell’aumentare la curvatura della cornea, affinché le immagini si creino correttamente sulla retina, con o senza l’impiego di lenti intraoculari in base alla gravità del difetto. Ad oggi tale tecnica è applicabile su pazienti con ipermetropia da lieve a forte, ossia con un numero di diottrie compreso tra + 1 e + 6.