Implantologia dentale: il decorso post operatorio
di Redazione
21/10/2025
Gli interventi di implantologia dentale possono essere definiti, a ragione, come una vera rivoluzione della chirurgia dentale: fino a poche decine di anni fa, quando si perdevano i denti, evenienza che può riguardare anche persone in età non senile, era automatico indossare la dentiera, tutto tranne che comoda.
Con l’evoluzione delle tecniche chirurgiche, oggi è possibile, nei casi in cui sono presenti le indicazioni per la cosiddetta implantologia a carico immediato, riavere i denti fissi poche ore il posizionamento degli impianti.
Quale decorso bisogna aspettarsi quando si affrontano questi interventi? Come si può leggere sul blog del Centro Implantologico Medico, clinica odontoiatrica a Padova con pazienti che arrivano da tutta Italia, non bisogna allarmarsi di fronte a reazioni come l’insorgenza di gonfiore delle gengive o del viso.
Si tratta di piccole complicanze che, come il dolore blando nella zona interessata dall’intervento, spariscono nel giro di poco tempo.
Essenziale è farsi trovare pronti anche ad episodi emorragici di lieve entità.
Qualora la situazione dovesse peggiorare, è opportuno tamponare con l’aiuto di una garza sterile.
Nei casi in cui pure questo rimedio non dovesse portare a nessun risultato, è opportuno consultare lo specialista.
Guarigione post impianto dentale
Quando ci si prepara a un intervento di implantologia dentale, è bene essere consapevoli del fatto che il processo effettivo di guarigione prende il via con il processo di integrazione tra osso e impianto (guarigione ossea).
Fondamentale è la pazienza: perché si finalizzi il tutto, possono essere necessari anche mesi (minimo settimane).
Interessante è sottolineare le differenze tra arcata dentale superiore e inferiore.
Per quanto riguarda la prima, sono necessari, in media, dai 4 ai 6 mesi per apprezzare l’osteointegrazione.
Il motivo è legato alla minor densità ossea (nel caso della mascella inferiore, invece, si parla di 3-4 mesi).
Completata la guarigione ossea, bisogna tornare in studio in quanto arriva il momento dedicato al posizionamento dell’abutment.
Conosciuto anche come moncone, ha lo scopo di sostenere la struttura del dente artificiale.
Può essere di due tipi:
- Standard
- Personalizzato
Il primo, nella maggior parte dei casi, viene fornito di default dall’azienda produttrice dell’impianto dentale.
Nel secondo caso, invece, si parla come è chiaro di un prodotto customizzato.
Ovviamente si parla di una soluzione che si contraddistingue per caratteristiche decisamente più naturali.
La capsula, infatti, ha la medesima larghezza del dente naturale.
A seguito dell’applicazione dell’abutment, processo il cui livello di invasività cambia molto a seconda della situazione clinica del paziente è necessario, prima di procedere con l’applicazione della corona, aspettare un ulteriore tempo per la guarigione.
Dritte per favorire la guarigione
Per favorire la guarigione di un impianto dentale, è innanzitutto necessario concentrarsi bene sull’igiene orale.
Non basta passare lo spazzolino: bisogna intervenire anche con filo interdentale e scovolino, seguendo pedissequamente le indicazioni del pediatra relativamente alle tempistiche.
Importante è fare attenzione anche a tavola: i cibi duri – e lo stesso vale per quelli appiccicosi – sono da evitare.
Il rischio, come è chiaro, è quello di andare incontro a danni a corona e/o abutment.
Per vivere al meglio il post operatorio di un intervento di implantologia dentale e per garantire all’impianto una lunga durata, è essenziale curare lo stato di salute a livello generale.
Ciò vuol dire smettere di fumare e fare gli esami necessari a escludere o confermare la diagnosi di diabete.
Nei soggetti affetti dalla malattia l’implantologia dentale non è controindicata ma è opportuno, dopo l’intervento, osservare alcune precauzioni, tra cui il controllo glicemico.
Cruciale è anche il monitoraggio del paziente durante il percorso di osteointegrazione.
Quest’ultimo, infatti, può essere interessato da problematiche in quanto gli osteoblasti, le cellule che formano l’osso, svolgono meglio il loro compito fisiologico nel momento in cui i livelli di zucchero nel sangue sono in equilibrio.
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