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Coronavorus: i social media sono complici della disinformazione

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di Redazione

03/03/2020

TITOLO
I professionisti della sanità mondiale stanno combattendo un'ondata di disinformazione sul coronavirus.

Nonostante aggiornamenti ufficiali troppe fake news

I funzionari stanno fornendo aggiornamenti regolari ai media sulla diffusione dell'infezione. Ma continuano le mezze verità sul modo migliore per curare la malattia, diventando virali su molti servizi di messaggistica. Alcune news fallaci suggeriscono rimedi erboristici dubbi. E ancofa un messaggio virale mescola le migliori pratiche standard con affermazioni non verificate sul modo migliore per uccidere i germi. La natura intrinsecamente privata di WhatsApp rende difficile tenere traccia della diffusione di tale materiale o giudicare quante persone lo stanno leggendo.

Il parere degli esperti

Per  gli esperti, la strategia di comunicazione per una crisi di salute pubblica è quella di avere una figura medica di fiducia piuttosto che un politico che consenta aggiornamenti regolari al pubblico. Si tratta di un approccio che ha funzionato bene durante la pandemia influenzale del 2009. Oggi invece c'è un maggior rischio che le persone diventino "desensibilizzate" se ricevono troppe informazioni su quante persone sono state infettate senza un contesto sufficiente. Un decennio su questo approccio è messo in discussione dall'ambiente dei media, oggi radicalmente cambiato. I principali social network, consapevoli delle critiche passate sul loro ruolo nel diffondere menzogne ​​e isteria sui problemi di salute, si stanno muovendo per anticipare il problema. Ma risulta difficile tenere d'occhio milioni di utenti.  
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