Abbigliamento customizzato: un trend inarrestabile e le chiavi del suo successo

Quello dell’abbigliamento customizzato è un trend che, negli ultimi anni, sta letteralmente impazzando nel mondo fashion.

Dopo che, per diverso tempo, ha dominato la scena l’esigenza di risparmiare e di riconoscersi in capi e accessori indossati da tutti, oggi l’obiettivo è l’unicità. A rispondere a queste istanze ci pensano le aziende che si occupano di personalizzare, in diversi modi, i capi di abbigliamento.

Nel momento in cui si decide di approcciarsi a questo business, è necessario tenere in considerazione alcuni aspetti che, a ragione, possono essere definiti essenziali per il successo del progetto.

Scopriamoli assieme nelle prossime righe.

Qualità massima delle materie prime

Chi sceglie l’abbigliamento customizzato non vuole certo mettere in secondo piano la qualità delle materie prime, puntando solo sulla personalizzazione fine a se stessa.

Proprio perché si parla di un capo che deve rimarcare l’unicità di chi lo indossa, è cruciale che duri nel tempo.

Per fare in modo che sia così, il livello del prodotto di base deve essere eccellente. Un consiglio ulteriore prevede il fatto di fornire ai propri potenziali clienti quante più informazioni possibili sulla filiera, che deve essere all’insegna della sostenibilità.

Focus sulle nicchie

Se c’è un approccio al giorno d’oggi premiante quando si parla di business, questo è la ricerca di una nicchia sulla quale concentrarsi.

Ciò vale ancora di più quando si ha a che fare con un campo che, come quello dell’abbigliamento customizzato, è tanto vasto quanto ricco di strade ancora da esplorare.

Chi vuole renderlo protagonista del proprio business, deve mettere da parte idee come il portale on demand di magliette basic customizzate con semplici scritte e/o foto.

Sul web ce ne sono tantissimi. Si può puntare, per esempio, su dettagli resi super popolari dai creator Instagram, per esempio le patch (EasyPatch.it è uno dei portali di riferimento in merito, esempio di come queste realizzazioni possano essere rese realtà mettendo in primo piano un vero e proprio mondo di dettagli).

Un’altra opzione? Le magliette con piccole scritte ricamate a mano, per non parlare di tutto quello che ruota attorno alla personalizzazione, sempre home made, dell’abbigliamento per i più piccoli.

Campioni gratuiti? Sì, grazie!

Uno degli aspetti che più frenano chi pensa di acquistare abbigliamento online è l’impossibilità di toccare con mano i prodotti. Questa problematica pratica può essere agevolmente risolta proponendo, tra i vari servizi, il recapito di un campione gratuito a casa.

Attenzione: si tratta di un plus che non sempre si può applicare. Lo si può scegliere, per esempio, quando si ha a che fare con soluzioni come le già citate patch customizzate, con tutti i vantaggi del caso per quanto riguarda la differenziazione rispetto ai competitor.

Non solo B2C

L’abbigliamento customizzato è molto amato da chi, come già accennato, adora sottolineare la propria unicità attraverso il look o sorprendere una persona amata con un regalo speciale.

Per distinguersi dai concorrenti, è essenziale considerare pure l’utenza delle aziende. L’abbigliamento customizzato è uno strumento di marketing potentissimo.

Il fatto di avere a disposizione il web per comunicare e farsi conoscere non deve portare chi ha un business a pensare che sia possibile mettere totalmente da parte gli strumenti analogici.

L’abbigliamento è uno di questi e permette, per esempio, di ottimizzare la brand awareness (qui un articolo interessante sull’argomento).

Non solo! Lo si può prendere in considerazione pure come strumento per migliorare la coesione interna in occasione di lavori di team building.

Ecco perché, se si ha intenzione di entrare, come imprenditori, nel mondo dell’abbigliamento custom e di staccare i competitor, è opportuno includere, nella propria proposta commerciale, anche soluzioni per aziende.

Influencer marketing

Ultimo ma non meno importante consiglio: valutare l’influencer marketing. Non è necessario assoldare creator che chiedono migliaia e migliaia di euro a post. I social pullulano di nano-influencer con una fanbase consolidata e fidelizzata da lungo tempo. Questi creator, molto spesso, lavorano anche come affiliati, guadagnando quindi a percentuale sulla base degli acquisti dei propri follower.