Da qualche anno a questa parte, è altissima l’attenzione nei confronti della sostenibilità in diversi ambiti della nostra vita, compresa l’alimentazione. Sia privati sia aziende – per queste ultime la cura della sostenibilità ambientale è un driver di successo fondamentale – sono sempre più focalizzati verso l’ottimizzazione del proprio impatto ambientale.
Questa tendenza investe diverse peculiarità di quella che è la nostra quotidianità. In questo novero, è possibile citare l’alimentazione. Anche grazie a iniziative come la Giornata Mondiale Contro lo Spreco Alimentare, si agisce costantemente per cercare di prevenire uno dei più grossi problemi per la natura e l’economia. Da non dimenticare è poi tutto quello che riguarda il km 0, con la crescita dei gruppi di acquisto solidale.
Quando si parla della sostenibilità a tavola, è opportuno soffermarsi anche su tutto quello che riguarda gli accessori con i quali abbiamo a che fare quando mangiamo. Tra questi, troviamo i piatti compostabili.
Negli ultimi anni, sono sempre di più le realtà di ristorazione che hanno puntato sull’utilizzo di piatti e stoviglie biodegradabili. I prodotti in questione sono realizzati in diversi materiali. Quali, per esempio? Il cartoncino innanzitutto, ma anche le foglie di palma e la polpa di cellulosa, giusto per citare alcune delle numerose alternative possibili.
I piatti compostabili sono sicuri?
Quando si è alle prime armi con l’approccio sostenibile a tavola, può capitare di chiedersi, per esempio, se i piatti compostabili – tra i prodotti che vanno di più in questo periodo è possibile citare i piatti biodegradabili di ecopiatti.net – siano o meno sicuri e resistenti.
Gli interrogativi in merito fermano tanti ristoratori – ma anche numerose famiglie che vogliono migliorare l’impatto ambientale delle proprie scelte quotidiane – quando si tratta di sceglierli. Da questo punto di vista, non c’è davvero nulla di cui preoccuparsi. I piatti biodegradabili, infatti, resistono ai lavaggi come quelli di materiali come la plastica. La grande differenza risiede appunto nel fatto che inquinano di meno.
Un trend che non conosce crisi
Basta dare un’occhiata ai trend internazionali per quanto riguarda la sostenibilità per accorgersi che, quando si parla di stoviglie compostabili, le idee sono numerose a livello mondiale e soprattutto molto creative.
A dimostrazione di ciò è possibile citare l’iniziativa di un gruppo di giovani peruviani che, dopo aver conquistato un finanziamento grazie al Bio Challenge, concorso finalizzato al sostegno delle idee imprenditoriali che fanno bene all’ambiente, hanno iniziato a commercializzare dei piatti realizzati con foglie di banana.
Non si contano i progetti che, in giro per il mondo, hanno permesso l’immissione sul mercato di piatti sostenibili. Giusto per fare un altro esempio, ricordiamo il caso della startup LEAF Republic. Il nome è già un programma: si può infatti tradurre in italiano con “Repubblica delle Foglie”.
In questo caso, l’artigianalità delle stoviglie create con le foglie si unisce alla tecnologia dei software CAD. Questa sinergia ha permesso di dare vita a dei piatti molto particolari. La base, infatti, è composta da foglie di palma. Lo strato intermedio, invece, è una specie di carta vegetale realizzata sempre dalle foglie.
Come si realizzano queste stoviglie? Tramite una pressa a pedali che consente la compressione delle foglie. Ricordiamo inoltre che, a differenza di quanto accade quando si ha a che fare con le bottiglie di plastica, nel caso di questi piatti, la cui decomposizione avviene in 28 giorni – ovviamente devono essere conferiti nell’umido – non è previsto il ricorso a sostanze chimiche. Non c’è che dire: la natura ci regala tantissimo e noi, armati di creatività, possiamo restituirle altrettanto amore!