Lanfranco Pescante: commento ai dati e alle tendenze principali dell’hospitality business
di Redazione
19/08/2025
Il settore dell’ospitalità in Italia sta vivendo una stagione di trasformazione profonda, in cui numeri e tendenze si intrecciano con le strategie di chi lavora sul campo.
L’analisi dei dati più recenti rivela come il 2024 sia stato un anno di crescita straordinaria: +12,8% negli arrivi, +7,8% sul prezzo medio camera.
Una dinamica che conferma la centralità del turismo per l’economia italiana, ma che allo stesso tempo impone un cambio di passo nella gestione delle strutture e nella progettazione delle esperienze.
Durata dei soggiorni e profilo della clientela
La permanenza media dei turisti in Italia si assesta intorno alle 3,9-4 notti, un dato leggermente in calo rispetto al 2023. Un indicatore che suggerisce viaggi più brevi, spesso concentrati nei fine settimana o in periodi di ponte, e che spinge gli operatori a ripensare le proposte in chiave smart e personalizzata.
Questa lettura, spiega Pescante, obbliga a “pensare in termini di micro-esperienze, non di soggiorni prolungati: serve dare un impatto immediato sul cliente, per riuscire sia a lasciargli un buon ricordo dell’esperienza sia a stimolare il passaparola”.
Sul fronte della clientela, il 65% dei check-in proviene dall’estero, con un predominio dei mercati europei tradizionali - Germania, Francia e Regno Unito - a cui si aggiungono Stati Uniti e una crescita significativa dall’Asia.
Le città d’arte restano al centro degli arrivi da parte del turismo internazionale, mentre le località balneari e montane continuano a intercettare soprattutto clientela domestica. Questa composizione impone scelte di marketing differenziate, dall’uso di una comunicazione multilingue alla definizione di servizi mirati per culture e aspettative diverse.
La diversificazione geografica, tuttavia, non è solo una sfida, ma anche un’opportunità: ridurre la dipendenza da singoli mercati significa stabilizzare i flussi e rendere più resilienti le strutture di fronte a eventuali crisi geopolitiche o sanitarie.
Le trasformazioni in atto
Il panorama attuale è dominato da tre direttrici: digitalizzazione, sostenibilità e ricerca di autenticità.
La digitalizzazione attraversa ogni aspetto del settore: l’80% dei B&B italiani gestisce ormai i pagamenti online, le prenotazioni passano da piattaforme integrate e l’automazione riduce i margini di errore.
Non si tratta solo di tecnologia, ma di un cambiamento culturale che ridefinisce l’interazione tra ospite e struttura, semplificando i processi e migliorando l’efficienza.
La sostenibilità, da tempo parola chiave, oggi entra nelle scelte concrete: materiali eco-friendly, attenzione al consumo energetico, valorizzazione dei territori e delle comunità locali. Sempre più turisti scelgono strutture che riflettono valori coerenti con uno stile di vita responsabile.
Infine, l’autenticità: le esperienze locali diventano decisive con degustazioni enogastronomiche, attività outdoor, percorsi culturali e artigianali trasformano il soggiorno in un ricordo indelebile. Una tendenza che si accompagna al boom del segmento luxury e boutique hotel, capaci di unire esclusività e identità territoriale.
Il punto di vista di Lanfranco Pescante sull’hospitality business e le tendenze
Chi vive e guida da anni questo settore sa bene che dietro i numeri ci sono storie di sacrificio e visione. Lanfranco Pescante, imprenditore nel settore dell’hospitality business e fondatore del Nocturnal Hospitality Group, è una di quelle voci che hanno imparato il mestiere partendo dalla base: lavapiatti, runner, cameriere, barista, fino a diventare manager a soli diciannove anni.
“Non puoi dirigere davvero un’impresa se non hai vissuto ogni ruolo”, ripete spesso, e il suo percorso lo dimostra. Prima feste organizzate in case abbandonate, poi collaborazioni con locali, fino ad aprire il Franklin Manor sotto l’egida del Nocturnal Hospitality Group, fino a costruire un vero e proprio hospitality business internazionale con strutture presenti anche in Europa e in Italia.
Secondo Pescante, i dati del 2024 confermano il potenziale dell’Italia, ma anche la necessità di approcci maturi. “Il 90% dei nuovi locali chiude entro il primo anno. Non per mancanza di idee, ma per mancanza di metodo. L’hospitality business è una macchina complessa che va governata con disciplina, non improvvisata.”
Lezioni di impresa: dal cliente allo staff
Per Pescante, il cliente non viene solo a consumare un pasto, ma a vivere un’esperienza. Luci, suoni, ritmo del servizio, design del menù: tutto concorre a costruire un’emozione coerente. “Oggi vinci solo se riesci a rendere ogni dettaglio parte di una narrazione”, afferma.
Ma la vera forza di un’impresa resta lo staff. Ogni figura, dal lavapiatti al manager, è parte della storia che il brand racconta.
La formazione continua è centrale: non solo competenze tecniche, ma soft skills, lingue, capacità di interpretare i bisogni del cliente. “Non risparmiare sulle persone, è il consiglio che darei a chiunque. Il ritorno arriva, ed è quello che fa la differenza sul lungo periodo.”
Visione e identità
Il successo nell’ospitalità non arriva in fretta, Pescante mette in guardia dall’impazienza: i primi anni si lavora in perdita, si costruisce la reputazione, si ascolta il mercato. Solo dopo si raccolgono i frutti. La direzione deve essere chiara, coerente e fedele all’identità, senza rincorrere mode effimere.
L’Italia, con la sua ricchezza di territori e culture, ha tutte le carte in regola per rafforzare la sua leadership nel turismo mondiale. Ma la crescita non può essere lasciata al caso: servono imprenditori capaci di unire visione e resilienza, staff formati e motivati, strutture in grado di innovare senza snaturarsi.
Pescante ricorda che: “La fiducia si costruisce con costanza, e si perde in un attimo. Per questo l’imprenditore deve essere presente, deve continuare a sporcarsi le mani.”
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