La trasformazione dei metalli preziosi: dal materiale grezzo al prodotto finito
di Redazione
27/10/2025
Da sempre, i metalli preziosi come l'oro, l'argento e il platino affascinano l'umanità. Simboli di ricchezza e bellezza eterna, questi materiali rari adornano gioielli e opere d'arte inestimabili. Ma dietro l'eleganza di un anello o di una collana c'è un percorso complesso, una trasformazione che porta un materiale grezzo a diventare un oggetto finito di perfezione artigianale. Questo percorso è un'arte che unisce tradizioni millenarie con tecnologie avanzate.
Dall'estrazione alla prima fusione
Tutto ha inizio con la materia prima. Questa può presentarsi sotto forma di minerale aurifero o, sempre più spesso, metallo riciclato da vecchi gioielli e componenti elettronici. Il primo passo per separare il metallo prezioso dalle impurità è la fusione. Il materiale viene caricato all'interno di un forno fusione metalli, capace di raggiungere temperature elevate. Sotto l'azione del calore intenso, il metallo diventa liquido e, grazie alla sua maggiore densità, si separa dagli elementi più leggeri come scorie e altri minerali, che affiorano in superficie e possono essere rimossi.
A questo processo vengono aggiunti specifici fondenti, che aiutano ad abbassare il punto di fusione e a rendere le scorte più fluide, facilitandone l'eliminazione. Il risultato di questa prima purificazione è un lingotto grezzo, che contiene ancora una miscela di metalli diversi e necessita di altri passaggi per raggiungere la purezza desiderata.
Il processo di affinazione: la ricerca della purezza
Il lingotto grezzo ottenuto dalla prima fusione non è ancora pronto per essere lavorato. L'oro, ad esempio, è spesso legato ad argento, rame e altri metalli del gruppo del platino. Il processo di affinazione serve a separare questi elementi per ottenere un metallo quasi puro. Esistono diverse tecniche, alcune più antiche, altre più moderne. Ad esempio:
- la coppellazione – un metodo storico, usato soprattutto per separare l'argento dal piombo. La lega viene fusa in un crogiolo poroso e un getto d'aria ossida il piombo e altri metalli, che vengono assorbiti o evaporano, lasciando l'argento puro;
- il processo Miller – è il metodo industriale più comune per l'oro. Si insuffla cloro gassoso attraverso l'oro fuso. Il cloro reagisce con quasi tutti i metalli presenti, tranne l'oro, formando cloruri che galleggiano in superficie e vengono rimossi;
- il processo Wohlwill – per ottenere la massima purezza si ricorre all'elettrolisi. Il lingotto d'oro funge da anodo in una soluzione di acido cloroaurico. Quando passa la corrente elettrica, l'oro puro si scioglie dall'anodo e si deposita su un catodo di oro purissimo, mentre le impurità precipitano sul fondo come fanghi anodici, dai quali si possono recuperare altri metalli preziosi, come il platino e il palladio.
La creazione delle leghe
L'oro puro, conosciuto come oro 24 carati, è un metallo estremamente duttile e malleabile, ma anche molto tenero. Per renderlo più resistente all'usura, viene mescolato con altri metalli, creando delle leghe. La scelta del metallo legante ne aumenta la durezza, ma ne determina anche il colore finale:
- oro giallo – è la lega più tradizionale, che si ottiene mescolando oro puro con argento e rame;
- oro bianco – si ottiene legando l'oro con metalli bianchi come palladio, nichel o argento. Spesso viene poi rivestito da un sottile strato di rodio per conferire un aspetto ancora più brillante;
- oro rosa – il suo caratteristico colore caldo è dato da una maggiore percentuale di rame nella lega.
Le fasi finali: tecniche di trasformazione e finitura
Una volta ottenuta la lega, il metallo è pronto per essere trasformato. Si agisce sui lingotti per ottenere semilavorati attraverso processi di laminazione e trafilatura. La fase di finitura è poi fondamentale per rivelare tutta la bellezza del materiale. Si comincia con la smerigliatura e la pulitura, processi che utilizzano carte abrasive e spazzole fini per rimuovere ogni imperfezione in superficie e segni di lavorazione. Segue la lucidatura, che conferisce al metallo la sua caratteristica lucentezza a specchio. In questa fase possono essere realizzate anche finiture alternative, come la satinatura o la sabbiatura, per ottenere effetti opachi. Infine, si procede con l'eventuale incastonatura delle gemme, un'arte di precisione che fissa le pietre al metallo.
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