Gli scienziati scoprono dove si annidano i ricordi umani
di Redazione
03/06/2020
Il cervello conserva i ricordi per apprendere e acquisire conoscenza. Tuttavia fino ad oggi la scienza non sapeva dove si annidavano questi ricordi e come fossero. Ora la svolta, in quanto gli scienziati hanno alcune risposte.
Da dove parte la ricerca?
All'inizio del XX secolo, lo scienziato tedesco Richard Semon, ricercatore di memoria e biologo evoluzionista, coniò il termine "engram" per il substrato fisico di una memoria. Gli scienziati li hanno cercati da allora. "Dove sono gli engram? Questa è stata una delle domande poste dal team di ricerca di Peter Jonas, neuroscienziato dell'Istituto di Scienza e Tecnologia in Austria. La plasticità sinaptica, il rafforzamento della comunicazione tra i neuroni, spiega la formazione della memoria a livello subcellulare. Per trovare l'engram, quindi, gli scienziati hanno esplorato i correlati strutturali della plasticità sinaptica. Jonas e i suoi colleghi hanno misurato con precisione l'attività delle singole sinapsi all'interno dell'ippocampo, la regione del cervello responsabile dell'apprendimento e della memoria. All'interno dell'ippocampo, le cellule piramidali sono collegate con cellule granulari mediante sinapsi. Le osservazioni hanno mostrato che quando una cellula granulare si accende, innesca una sorta di plasticità chiamata potenziamento post-tetanico, che aumenta il legame tra il granulo e la cellula piramidale per alcuni minuti.Le ipotesi degli scienziati
Gli scienziati hanno ipotizzato che la plasticità si manifesti quando l'attività neuronale intensificata innescava le vescicole per rilasciare i neurotrasmettitori. Le vescicole sono componenti cellulari che facilitano l'assorbimento e il rilascio di molecole comunicative. La nuova ricerca ha dimostrato che durante l'apprendimento, quando le cellule granulari sono più attive, le vescicole inondano la zona attiva. Quando l'attività si assottiglia, queste vescicole rimangono e quando l'attività riprende, le vescicole sono pronte e in grado di rilasciare i neurotrasmettitori nella sinapsi. È affascinante pensare ai ricordi come a un numero di quanti contenenti neurotrasmettitori. "Crediamo davvero che sarà d'ispirazione per la comunità di ricerca sulle neuroscienze. Speriamo che il nostro lavoro contribuirà a risolvere parte dei misteri irrisolti dell'apprendimento e della memoria" concludono gli scienziati.Articolo Precedente
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