Al n. 25 di via Pia si trova la casa in cui nacque il cronista savonese Giovanni Vincenzo Verzellino (1562 – 1638), che fu autore del celebre volume delle “Memorie della città di Savona” in sei libri, dalle origini al 1630. Per ricordarlo, tra l’altro, l’associazione “A Campanassa” fece collocare nel 1938 una lapide con un’iscrizione sulla facciata della sua casa natale esposta su via Orefici.
Il tratto di strada su cui sorge questo palazzo, compreso tra piazza della Maddalena e l’archivolto dei Sansoni, era denominato, in epoca medievale, via Nattoni (dal nome di una nobile famiglia savonese del XIII secolo) e assunse il nome di via Pia (così come l’altro tratto di strada, l’antica Fossalvaria, che correva da piazza della Maddalena alla porta di San Giovanni, anticamente posta all’imbocco dell’odierna via Mistrangelo) solo nel 1867, in ricordo della presenza di Papa Pio VII che vi aveva abitato per qualche giorno, nell’agosto del 1809, all’inizio della sua prigionia savonese, essendo stato ospitato nell’elegante palazzo del Sindaco del tempo, il Marchese Egidio Sansoni.
La casa natale del Verzellino fu eretta probabilmente nel XV secolo e, come molti altri edifici esistenti in questa zona, apparteneva ad una delle famiglie nobili cittadine di allora che, nel desiderio di abbellirla e decorarla nel modo migliore, si rivolsero a maestranze capaci nonchè ai migliori pittori del tempo, non badando a spese. Il palazzo fu costruito su cinque piani cui si aggiunse la cosiddetta altana, una elegante balconata nella parte sottostante al tetto a travetti in legno, a catturare la luce del sole. Entrambe le facciate della casa furono ornate con due ricchi cornicioni in mattonelle di cotto maiolicato bruno e fregi di terracotta dipinta su mensole di pietra nera: opere, queste, che furono realizzate da artisti lombardi, appositamente chiamati nella nostra città nell’ambito del rinnovamento edilizio che interessò Savona in quel periodo; le due facciate del palazzo, su via Pia e via Orefici, furono inoltre meravigliosamente affrescate con dipinti dai colori vivaci, riproducenti scene di vita religiosa ed episodi della mitologia classica.
Sulla facciata esposta su via Pia, in particolare, si è evidenziato recentemente un bell’affresco raffigurante il martirio di Santa Caterina d’Alessandria, di autore ignoto, sopravvissuto alle ingiurie del tempo e la cui immagine è qui riprodotta.
Al lato delle finestre dell’edificio erano poi collocati, un tempo, alcuni ferri per appendervi le torce necessarie per illuminare la strada.
Giuseppe Milazzo
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